http://youtu.be/Ah1hiqgCDZI
È da ieri sera che le immagini di Genova ferita, infangata e sopraffatta dalla violenza dell’acqua e del fango mi fanno male nel profondo del cuore. Genova per me, parafrasando Conte, é la città della mia giovinezza, degli anni spensierati trascorsi all’ Università, delle ansie e delle gioie per gli esami, dei treni presi di corsa dalla stazione Principe per tornare a casa dopo le lezioni. Genova, per me che sono piemontese, voleva dire alzarsi la mattina alle sei con la nebbia, prendere il treno e arrivare a Principe e vedere il sole. Non posso vedere la città che ho amato di più e che amo tutt’ora ridotta così. Per cercare di sopportare la visione di Genova in questi giorni mi devo ricordare cos’é Genova per me e sono sicura che tornerà la Genova di sempre, piena di contraddizioni che tanto me la fanno amare.
Quindi, prima di addormentarmi, mi regalo le immagini della mia Genova: la focaccia comprata nei carugi e mangiata sulla panchina del porto mentre guardo il mare, i bar di via Balbi dove ho fatto colazione mille volte, l’ingresso della facoltà di Lettere, le canzoni di De Andrè, lo shopping in via xx settembre, il tramonto a Boccadasse, le attese alla stazione di Principe, le serate trascorse in compagnia degli amici a mangiare pesce al Porto Antico, il panorama di spianata Castelletto, il profumo dei libri mentre studiavo alla Biblioteca dell’Attore, la magia delle luci alla sera, il sapore di un bacio inaspettato mentre guardo il mare. Questa é Genova per me